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Molti studiosi si sono interrogati su quale sia stata o possa considerarsi la prima città della storia, la più antica. Studi, ricerche, scavi hanno portato a risultati spesso contrastanti. Troia, ad esempio, è stata fondata e rifondata più volte. Distrutta e ricostruita su se stessa, è stata oggetto di numerosi e documentati scavi che la fanno risalire al 3000 a. C. ma si crede che all’epoca potesse essere poco più che un villaggio neolitico. Ur e Uruk, invece, si contendono il titolo. Entrambe le città furono fondate dai sumeri e poi occupate dai babilonesi. Siamo intorno al 4000 a. C. altre sei millenni fa. Cosa distingueva una città da un villaggio? La questione è molto dibattuta, oggi sarebbe facile dirlo: il numero di abitanti. Per gli storici il problema, invece è più complesso. In questa sede ometteremo le date degli scavi, gli archeologi che se ne sono occupati, perché non è nostro interesse fornire nozioni ma ispirazioni. Vi diciamo subito che Uruk è considerata la prima città perché fu la prima ad avere una società divisa per classi, perché fu la prima ad avere la specializzazione del lavoro. In sostanza, una città è tale se ha già i suoi mali. Uruk, seimila anni fa, era una città.
I contadini, infatti, vi si recavano per acquistare i semi e non avendo moneta si impegnavano a dare una parte del raccolto in quantità maggiore del valore dei semi. Oggi lo chiamiamo tasso di interesse, già.
Molti villaggi avevano un mercato, lo scambio avveniva con il baratto ed era immediato. Una pecora veniva scambiata per un piccolo maiale o qualche sacco di farina e così via. Questi villaggi potevano essere enormi ma erano pur sempre villaggi di pastori, di contadini, di pescatori se vicini alla costa. Solo in uno si poteva chiedere di avere in prestito dei semi per coltivare la terra, quel villaggio era Uruk. Gli abitanti non lo sapevano ma vivevano in una città. Come potevano, però, ricordarsi dopo mesi chi doveva a chi e quanto doveva, si sa Verba volant, scripta manent, appunto. Su una tavoletta di argilla con un piccolo cuneo di legno si inizio ad incidere un appunto: “Tizio da a Caio, che riceve, una manciata di semi. Caio, in cambio, darà a Tizio tra sei mesi due sacchi di cereali”.
Che delusione! Studi, ricerche, scavi, spedizioni, libri, convegni, seminari per scoprire che le città nascono quando nasce lo sfruttamento delle classi sociali e la prima cosa che l’uomo ha pensato di scrivere non è una lettera d’amore ma una cambiale.
