Mille parole

Non credo di conoscere mille parole.
Forse mille Persone, forse mille pensieri, mille luoghi, ma mille parole proprio no.
Non so neanche se ne esistano mille di parole. Un po’ dipende dalla mia pigrizia nel contarle, dal mio  della lingua italiana, un po’ anche dal fatto che non mi sono posto il problema. Di sicuro so che ho più di mille libri, mille canzoni, mille film, il mio computer ha certamente più di mille files e certamente ricordo più di mille giornate a studiare, mille giornate a lavorare ma proprio mille parole no. So che esistono più di mille specie di piante, più di mille specie di uccelli, più di mille specie di insetti, questo lo so ma mille parole proprio no. La Bibbia ha più di mille pagine ma molte parole si ripeto spesso, se ce ne fosse una nuova in ogni pagina allora esisterebbero mille parole, ma non credo.
Poi mi é venuto in mente di cercare la risposta su google e mi sono sentito subito un ritardato mentale. Appena ho iniziato a scrivere: “quante parole…” subito e comparsa l’intera frase “quante parole contiene la lingua italiana” segno che non ero il primo a farsi questa domanda. Trovata la risposta é crollata immediatamente l’autostima per me stesso. Duecentocinquantamila. Si, duecentocinquantamila parole sono contenute nel più grande dizionario italiano, ma in quello Tedesco da trecentomila a cinquecentomila, mentre i francesi ne hanno poco più di centomila. Ciò che ci spaventa é il numero di parole che contiene il dizionario inglese: dalle seicentomila alle ottocentomila, secondo le edizioni. E io credevo che ne fossero qualche centinaio: non lo imparerò mai!
Avendo confessato la mia totale estraneità all’argomento posso, a questo punto, lanciarmi in qualche stupida riflessione, non aggiungerei nulla alla mia figuraccia. Da qualche tempo noto che ogni nuova parola che viene “coniata” – i vocaboli cominciano a scarseggiare- é inglese o ha un origine anglosassone. Una per tutte: Internet ma anche e-mail, post, tweett che diventano postare, tweettare; gli acronimi di Personal Computer (PC); per non parlare della parola “file”. Forse ci vorrebbe uno studio per sapere quante parole inglesi vengono usate comunemente nella lingua italiana, o in altre lingue, quante di queste esistevano già come Windows (finestra) e quante sono recenti come “Blog” di cui si può anche indicare la data esatta di nascita, 1997, quale contrazione di “Web – log” (diario di rete). anche se ad essere pignoli il traduttore di google mi dice che web é un sostantivo il cui significato può essere tela, ragnatela, tessuto, membrana ma non rete.e facendo la prova del nove, cercando la traduzione di rete in inglese diventa network, net, grid, system, goal, netting, snare, trap, ring, drag ma non web.
Anche i governi, i parlamenti e le stesse leggi, che dovrebbero essere l’espressione della purezza della lingua nazionale, usano comunicare con i propri cittadini usando termini come “spending review” o “governance”. Peggio quando cambiano il nome dei dicasteri come da Ministero del Lavoro a Ministero del Welfare, ma di questo se ne discute e se ne parla già in abbondanza, la cosa che a noi ci disturba e che qualche migliaio di anni fa esisteva una lingua ormai morta che parlavo alcuni popoli come gli italici, altri la temevano come i sassoni: il latino.
Oggi se gli italici sentono una frase anglosassone, pronunciata da un germanico come “spending review”, tremano.

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