La Terra dei Fuochi

Oltre mille anni fa, quella che oggi chiamano “Terra dei fuochi”, per via dei perenni roghi tossici che quotidianamente inquinano di diossine l’aria e la terra, prendeva il nome di “Liburia” poi trasformato in “Terra di Lavoro”.

Il nome Liburia, secondo alcuni è pre latino, restando in uso fino al tardo medioevo. Qui Spartaco organizzò la sua rivolta, qui i normanni crearono il loro primo insediamento, qui i Borboni costruirono la più maestosa reggia d’Europa.

Sul toponimo “Terra di lavoro” diremo poco, perché poco resta da dire di un luogo chiamato Terra Laboris in Campania Felix. Terra di lavoro in Campania felice; oggi in Campania non sono ne felici e non c’è neanche lavoro.

Di Liburia diremo, invece, che intorno all’anno mille un monaco ci lasciò questo scritto che ci da l’idea di chi fosse ad amministrare quelle terre: “[…] E quando piacerà a Dio e quei maledetti normanni se ne andranno dalla Liburia, sicché potremo recuperare le terre della Liburia, allora dovrò dare alla ricordata chiesa 15 soldi d’oro e prendere quindi le terre, le case e ogni cosa del genere…“. Questo atto pubblico di affidamento di una chiesa da parte di tale Stefano “umile prete soprannominato Franco” del 2 maggio 1042 è una chiara testimonianza dell’area che tirava. Dei normanni scriveremo, certo che scriveremo, per adesso ci limiteremo a raccontarvi solo una storia.

La Terra dei fuochi è chiamata così per via dei ripetuti roghi tossici che quotidianamente vengono accesi nell’indifferenza, prima della popolazione, poi delle amministrazioni locali e per ultima delle istituzioni regionali e nazionali. Non è un caso che un ministro della sanità, di cui non menzioneremo il nome per humanitas, ad una interrogazione parlamentare rispose senza mezzi termini che non c’era nessun nesso tra causa ed effetto che possa creare una correlazione tra le diossine presenti nell’aria e l’aumento delle diagnosi di tumori nelle popolazioni interessate. Alla humanitas nel non scriverne il nome non corrisponde la stessa humanitas nel rispondere ad una legittima richiesta di intervento, di giustizia, di aiuto. La stessa humanitas che non avevano i normanni durante la loro presenza in Liburia. Un cronista ci racconta di una vicenda che a nostro giudizio rappresenta l’inizio della nostra storia, una storia che dura da millenni.

I normanni erano già da tempo in Liburia, da tempo la dominavano, da tempo la amministravano. Con la Liburia, il resto del Sud era nelle mani di Ruggiero II che secondo la cronaca del tempo, scritta da Alessandro di Telese, regnava così nei suoi territori …:

Quando poi il re, irrompendo ad Aversa, seppe che il conte aveva preso la fuga, molto si dolse […] ed arse di tale furore nell’animo che tutta la città fu prima completamente saccheggiata e poi data alle fiamme.

[…] Quando dunque Aversa fu così distrutta, il re ordinò ancora di incendiare i sobborghi. Poi avvicinandosi a Napoli pose il campo tra il castello detto Cuculo e il lago Patria, e si trattenne colà fintanto che le fiamme non distrussero tutti i sobborghi di Napoli da quella parte e i raccolti non furono tutti saccheggiati dai foraggieri della sua spedizione. […] quando tutto colà fu distrutto, il re tornò ancora una volta ad Aversa a devastare, e ordinò con maggior puntiglio che se tra Napoli e Aversa era rimasto incombusto qualcosa che poteva prendere fuoco, fosse senz’altro bruciato. Dimorò in quei paraggi fino a che consumate tutte le culture che erano sopravvissute, la superficie della terra non fu lasciata completamente deserta”.

Nel 1135 la Liburia iniziò ad ardere per mano del furore dei suoi regnanti, oggi continua ad ardere per mano dell’indifferenza dei suoi amministratori..

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